LO CHEF
L'artefice, l'anima, lo chef: Antonio!
Sono Antonio. La mia passione per i prodotti genuini nasce a casa, una casa in cui si rifletteva tutta la cultura mediterranea in cucina: prodotto freschi, prodotti locali, prodotti lavorati e trasformati in casa, dalle buttigghi i pumaroru alle anciova sutta sali (conserve di pomodoro e acciughe sotto sale). Una tradizione che si eredita dalle mamme, dalle nonne e dalle mamme delle nonne! Io voglio continuare a portare in tavola questa tradizione familiare. Una tradizione in cui si conosceva di persona chi ti forniva il pomodoro, l’amico contadino da cui comprare le pesche, le albicocche o le arance, il pescatore che ti portava il pesce…
Se io chiudo gli occhi e guardo a cosa ho fatto con il mio ristorante, ho fatto proprio questo: ho fatto di tutto per avere l’orto mio, con i miei prodotti che conosco ad uno ad uno e che sono felice di servire a tavola! E in quanto chef, io utilizzo il 30% delle mie forze per realizzare un piatto; il rimanente 70% lo fa la genuinità del mio orto e dei miei prodotti! Non ho bisogno di inventarmi nulla per portare la bontà a tavola. Se io guardo il mio orto a A’ Massaria e vedo le margherite fra i miei agli e le mie cipolle, io sono felice perché non c’è diserbante nel mio orto e sulla mia tavola. Il mio orto forse non sarà bello ma è certo che è buono!
Tutto quello che è naturale, che non è industriale, è oggetto di massima attenzione e di massima stima da parte dei nostri clienti. Da qui la mia esigenza, la mattina, di scendere al porto e andare a prendere il pesce direttamente dai pescatori. Purtroppo, il prodotto naturale, non di allevamento intensivo, è sempre più raro e, in un certo senso, per pochi, senza volerne però fare un discorso elitario ma semplicemente perché questa selezione e la scelta oculata dei prodotti, richiede tempo e cura da parte dello chef e del suo ristorante. E’ vero però – ed è importante sottolinearlo – che la nostra salute dipende strettamente dalla qualità del cibo che mangiamo. E il mio ristorante è cucito al 100% su questo mio pensiero. Personalmente, non mi sono mai fatto influenzare da nessun trend o da nessuna moda, anzi… Io sto tornando indietro! E, piano piano, tornerò sempre più indietro.
Nel mio ristorante, l’80% dei piatti è realizzato al momento, non si tratta di cucina “espressa” ma di una cucina lenta, di una cucina che ha bisogno dei suoi tempi naturali per realizzarsi. Tutto questo, in posto turistico come Taormina, in un posto “mangia e fuggi” come Taormina, è roba da fuori di testa. Nel mio ristorante non si viene, ci si siede e dopo 5 minuti si mangia. Noi siamo il ristorante più lento di Taormina, uomo avvisato, mezzo salvato. Il mio non è un ristorante ppi ghinchiri a panza (per riempire la pancia)! Se io devo lavorare di corsa, perdo la magia della mia cucina. E per me, la cucina è magia. Deve essere magia! Il mio ristorante non è un ristorante per mangiare; è un ristorante per goderti il cibo! Ed è un ristorante che rende giustizia a chi si siede a mangiare e alla sua vita, alla sua salute e al suo denaro.
Per me la cucina è divulgazione e confronto. Se in un ristorante non si racconta il piatto, se non si fa divulgazione della storia del piatto, del suo contenuto e del suo significato, non si è fatto nulla. Ci si è riempiti solo la pancia.
Il cibo oggi è un punto di incontro di mille tematiche: l’ambiente, la sostenibilità, l’etica e persino la politica, sì, la politica, perché le scelte che facciamo come acquirenti determinano alla fine scelte politiche ed economiche più ampie.
In Italia e nel Mediterraneo, la religione è la tavola e la religione è la famiglia. La tavola è un posto che riassume tutto questo. La tavola è incontro. Da noi, a tavola, ci si incontra per stare bene con gli amici e, allo stesso modo, per discutere di affari.
Il mio ristorante, quindi, non è per tutti. Ma non perché i prezzi possono essere più o meno alti ma perché voglio lavorare con chi si prende cura e si gode il suo tempo e coltiva il senso, il gusto. Io faccio il ristoratore perché voglio un dialogo con i miei clienti, incontrare gente nuova, parlare, confrontarmi, scoprire io stesso, arricchirmi parlando e ascoltando. La tavola è capace anche di aprire nuove opportunità nella vita!